Guardiani della Galassia Vol.3: perché è la migliore uscita dopo Endgame
Eccoci qui a parlare dell'ultima uscita in casa Marvel, un film tanto atteso quanto temuto che troviamo nelle sale italiane dal 3 maggio. In molti, compresa me, si erano rassegnati all'idea di trovarsi davanti all'ennesimo film Marvel sottotono, come quasi tutti quelli che hanno segnato la fase 4.

Dopo una promozione poco incisiva e i trailer passati quasi in sordina, Guardiani della Galassia vol.3 guadagna a mani basse un posto nel podio dei migliori film Marvel. Che sia dovuto praticamente tutto alla sceneggiatura di James Gunn è inutile sottolinearlo.
Abbiamo conosciuto Peter Quill e i Guardiani a ritmo di musica anni '80, battuta pronta, gag comiche e tanti combattimenti eccezionali, ma salutiamo questo gruppo con le lacrime agli occhi. Questo film chiude alla perfezione la trilogia, riuscendo a portare a termine tutte le sottotrame aperte nel corso delle pellicole precedenti e permettendo allo spettatore di vedere una degna conclusione per tutti i personaggi.
È un film molto diverso dai precedenti perché la storia raccontata colpisce direttamente al cuore. James Gunn ha deciso di raccontare la storia di Rocket, personaggio sempre presente che in passato abbiamo visto evolvere e fare da ponte in Endgame fra Avengers e Guardiani, mentre il resto della squadra era stata blippata da Thanos. Da dove arriva questo coniglio parlante - se vogliamo dirla alla Thor - con la corazza dura e la lingua tagliente con la mania di rubare e collezionare arti meccanici?
Se vi aspettate una trama leggera o banale perché vi state chiedendo "cosa avrà da dirci questo film?" potete star certi di non rimanere delusi, anzi. La storia di Rocket è intensa e devastante, Gunn mostra il suo passato con delle immagini disturbanti e strazianti, portando sullo schermo uno dei villain più inquietanti del MCU. L'Alto Evoluzionario - interpretato da Chukwudi Iwuji - è infatti uno scienziato ossessionato dalla ricerca della perfezione che nei suoi studi ed esperimenti non esita a svolgere test sugli esseri viventi. Sono forti le immagini che riguardano il passato di Rocket, inquietano e fanno male, ma soprattutto arrivano inaspettate fra una scena e l'altra, tingendo di horror un film che spazia dal classico cinecomic a un dramma.
Il modo in cui questo film riesce ad alternare momenti di risate, grazie alle immancabili gag di Drax e Mantis, a momenti di lacrime e indignazione per ciò che viene raccontato - e mostrato - è davvero sublime. Il coinvolgimento emotivo è saldo dall'inizio alla fine della visione, il tempo passa ma non se ne ha minimamente la percezione per quanti eventi ci sono da incastrare.
Ma se Rocket è il fulcro della storia e la trama ruota attorno al suo passato, la sua presenza in scena è limitata, probabilmente per permettere anche agli altri co-protagonisti di concludere il loro percorso. In primis, abbiamo la questione che tutti stavamo aspettando: che fine ha fatto Gamora? Dopo la sua morte in Infinity War e la ritirata in Endgame del suo se alternativo, già dal trailer sapevamo di ritrovarla in questa pellicola. Ma sarà la vera Gamora? È interessante e coerente il modo in cui la storyline della nuova Gamora si incrocia con quella dei Guardiani, ma soprattutto il suo percorso durante il film permette, sì, di rivedere per l'ultima volta la squadra al completo, ma non rende vano il percorso della vecchia Gamora costruito in più di tre film.
E se Gamora è tornata, in che stato troviamo Peter Quill? Vi dirò, all'inizio ho temuto una depressione in stile Thor della fase 4 con annessa caduta del personaggio, ma fortunatamente non è così, anzi. Spronato dagli eventi che accadono e dalla scoperta del passato di Rocket è arrivato anche per lui il momento di fare i conti col passato e, forse, anche di oltrepassare il limbo fra adolescenza ed età adulta in cui sembra vivere sin dall'inizio della trilogia.
A dispetto di tutto, poi, anche Drax ha da dire la sua per concludere la sua storia cominciata come ricerca di vendetta per la famiglia distrutta. Non perde il primato di comicità, anzi, con la sua espressività e le battute al momento giusto, è riuscito a far scoppiare a ridere l'intera sala più e più volte. A reggere le sue gag è in compagnia ovviamente di Mantis, che ci sorprende mostrando un carattere che era forse un po' sopito nei film precedenti, e la tenebrosa Nebula, che fa da contrappeso alla loro leggerezza con il suo tono tagliente, ma che ci fa inaspettatamente commuovere non poche volte.
Dopo la trilogia più i due Avengers, questa stramba found family ha davvero detto tutto ciò che aveva da dire in maniera eccezionale, unendo alla perfezione tutti i puntini, anche quelli che si erano aperti in Guardiani della Galassia: Holiday Special.
Fra gli easter egg cinematografici e quelli artistici, James Gunn porta sul grande schermo un film visivamente bello, anche se a tratti davvero (troppo!) cupo, capace di far commuovere sin dai primi minuti e di essere attuale, divertente, devastante e semplicemente perfetto.
Se questo è stato l'ultimo lavoro di James Gunn per la Marvel e l'ultimo saluto ai Guardiani della Galassia, direi che merita una standing ovation, perché ha davvero diretto un capolavoro come da anni non se ne vedevano.
Voi lo avete già visto? Parliamone!
Vale - Il Caffè Netterario